- Realizzazione impianto elettrico casa – costo al punto luce: ogni utenza elettrica e servizi (lan, tv, sat, tel, ecc..) che escono dal pavimento/parete/soffitto – 50,00 € a punto luce
- Quadro elettrico: 12 moduli – 500,00 € cad
- Quadro elettrico: 18 moduli – 600,00 € cad
- Quadro elettrico: 24 moduli – 700,00 € cad
- Realizzazione linee dorsali – valutazione da compiere in base al progetto
- Apertura e chiusura tracce per impianti – 25,00 € / ml
- Muratura scatole elettriche – 15,00 € / cad
- Montaggio corpi illuminanti – valutazione da fare sul posto in merito al materiale fornito
- Tracciatura dell’impianto sulla parete
- Scanalatura dei tracciati sulla parete
- Posizionamento e muratura delle scatole e cassette di derivazione da incasso
- Posa del tubo
- Muratura del tubo nella parete
- Collegamenti equipotenziali
- Infilaggio dei cavi
- Collegamento apparecchi
- Cablaggio del centralino di appartamento
- Cablaggio delle cassette di derivazione
- Verifiche e messa in servizio.
Hai bisogno di un preventivo per realizzazione impianto elettrico?
Rifare impianto elettrico, ecco la guida completa
Rifare impianto elettrico è un intervento che può essere fatto nell’ambito di una ristrutturazione casa oppure in maniera indipendente, quindi senza ristrutturazione.
L’esigenza di rifare un impianto può avere origine da svariate necessità, che possono essere il rischio di cortocircuito, presenza di cavi elettrici con la guaina in plastica rovinata, scintille ogni volta che si accende un apparecchio, tutti motivi che sottolineano un pericolo incombente.
Vivere in una casa in cui bisogna stare in allerta per paura che succeda qualcosa non è certamente il massimo, per cui la decisione di rifare l’impianto elettrico è più che motivata. Oltretutto, bisogna ammettere che ormai da tempo gli impianti elettrici si sono evoluti e i sistemi moderni sono più sicuri ed efficienti, oltre che molto più pratici.
Per essere sicuro, un impianto elettrico deve essere realizzato a norma di legge come previsto dal D.M. n° 37 del 22/01/2008, che stabilisce l’obbligo di un quadro elettrico dotato di salvavita e messa a terra.
Quest’ultima è composta da un insieme di fili che raccolgono le dispersioni elettriche che possono propagarsi dagli elettrodomestici e dall’impianto di illuminazione, e le fanno confluire in un dispersore metallico infilato nel terreno.
Questo dispersore, chiamato comunemente puntazza, in caso di dispersione di corrente può scaricare l’elettricità assorbita nel terreno e impedire di prendere la scossa quando si tocca l’elettrodomestico. In caso di sovraccarico, l’erogazione di elettricità viene interrotta dal salvavita o differenziale.
Come è evidente, disporre di un impianto elettrico perfettamente efficiente e soprattutto a norma è fondamentale per evitare che possano capitare pericolosi inconvenienti, ma è anche la scelta giusta per risparmiare sugli sprechi.
Ecco di seguito una guida che ti consentirà di avere tutte le informazioni per rifare l’impianto elettrico, su come è composto, costi, incentivi, iter burocratico e quale impresa scegliere per avere la certezza di un lavoro eseguito a regola d’arte.
Come è composto un impianto elettrico
Un impianto elettrico è l’insieme di tutti i componenti necessari per distribuire e utilizzare la corrente elettrica in un immobile.
Quando si decide di rifare impianto elettrico, o perché si deve ristrutturare la casa, oppure perché l’impianto è obsoleto, è necessario adeguarlo alle norme vigenti e agli standard tecnici, per garantire la sicurezza e la funzionalità dell’impianto e anche per risparmiare sui consumi energetici.
Infatti, un impianto a norma permette di risparmiare notevolmente sui costi nel periodo a lungo termine. Inoltre, realizzando un impianto elettrico a norma hai accesso alle detrazioni fiscali.
Ma da cosa è composto un impianto elettrico? Quali sono gli elementi che permettono di usufruirne? Ecco una lista dei principali elementi che lo compongono:
- Contatore
Il contatore è di proprietà del gestore della rete elettrica e viene collocato nella struttura dove deve essere erogata l’energia. Se si tratta di condominio, va messo nel locale contatori.
- Quadro elettrico
Il quadro elettrico è collegato al contatore, è situato nella struttura e permette di erogare l’energia elettrica all’interno della casa. I muovi quadri elettrici sono dotati di salvavita, dispositivi che scattano automaticamente quando la tensione è in sovraccarico.
- Linee elettriche o dorsali
Queste linee elettriche ospitano i cavi che si diramano dal quadro elettrico in tutta la casa.
- Cassette di derivazione
Queste cassette suddividono le linee elettriche verso i punti di destinazione finale.
Interruttori, prese e punti luce
Si tratta dei comandi che si usano per accedere la luce e sono costituiti da una scatola, in genere incassata nella parete, dai frutti, ovvero prese e interruttori, e dalle placche che ricoprono tutto, in modo che non restino scoperti. Le prese di nuova generazione hanno delle protezioni che si chiudono automaticamente quando si estrae la presa e sono completamente sicure.
Tipologie e prestazioni dell’impianto
La classificazione degli impianti elettrici secondo la normativa è in tre gruppi. Per ciascuno di essi vengono definite le dotazioni impiantistiche e funzionali minime, che permettono di differenziare il livello di prestazione e utilizzo. I livelli definiti sono:
Livello Base – si tratta del livello minimo previsto e consiste in un impianto elettrico essenziale, ma comunque sempre efficiente e sicuro.
Livello Standard – corrisponde al livello ideale per unità immobiliari che fanno un certo uso degli impianti e si caratterizza per un aumento della dotazione e dei componenti rispetto al livello 1. Comprende infatti alcuni servizi ausiliari, come per esempio il videocitofono e l’anti-intrusione.
Livello Domotico – consiste in un impianto innovativo e domotico, basato quindi su funzioni tecnologiche, che permettono di ottimizzare l’uso dei dispositivi. Fra le funzioni questo livello ha l’anti-intrusione, la gestione comando luci, la gestione temperatura, il controllo remoto, la rilevazione gas e altri utili per ottimizzare la gestione della casa.
Gli impianti elettrici possono avere potenze diverse e ad oggi la normativa fornisce i valori minimi di kw obbligatori a seconda della metratura dell’abitazione. Ecco quali sono:
- Potenza di almeno 3 kW per abitazioni sino a 75 mq
- Potenza di almeno 6 kW per abitazioni superiori ai 75 mq
Tuttavia, anche se vige l’obbligo della potenza dei kw in base alle dimensioni dell’abitazione, si può scegliere liberamente la potenza al momento del contratto con l’ente erogatore, a seconda delle necessità del cliente.
Da qualche tempo gli scaglioni procedono a scatti di 0,5 kW, per cui, per una utenza domestica si potranno richiedere livelli di potenza pari a 3 kW, 3,5 Kw, 4 Kw, 4,5 kW e così via. Invece, per quanto riguarda le potenze che superano i 6 kW, attivate di solito in trifase, gli scaglioni procedono a scatti di 1 kW.
Quali sono gli interventi da eseguire
Quali opere sono necessarie per rifare impianto elettrico? E’ bene ribadire che per fare un impianto elettrico nuovo bisogna obbligatoriamente eliminare quello vecchio, perciò è normale che si mette un po’ di confusione in casa. Ma qual è la procedura corretta per rifare l’impianto elettrico? Gli interventi si suddividono in linea generale in due fasi:
—Fase 1 – riguarda le demolizioni – In questa fase vengono rimossi i frutti, le cassette di derivazione e il quadro elettrico generale. Vengono anche rimossi tubi e cavi esistenti ed effettuate le tracce per installare le tubazioni nuove.
—Fase 2 – riguarda il rifacimento dell’impianto elettrico – vengono installate le tubazioni, le cassette di derivazione, le scatole portafrutti e viene preparato il vano per il quadro elettrico.
In questa fase vengono chiude le tracce aperte e vengono realizzati, se necessario, dei controsoffitti in cartongesso. Si procede con l’esecuzione di intonaci, stuccature e tinteggiatura, per concludere con il passaggio di tutti i cavi. Alla fine vengono installati frutti, placchette e quadro elettrico.
Come è evidente, si tratta di interventi, soprattutto se si considera che per fare le tracce bisogna rompere le pareti. Da questo dettaglio è chiaro che non occorre solo l’elettricista per rifare l’impianto, ma anche altri professionisti come muratori e pittori, il primo per i lavori edili e il secondo per eseguire stuccature e tinteggiare.
Un altro aspetto da considerare è che non sarà possibile utilizzare alcuni ambienti per diversi giorni, come per esempio la cucina, ma anche il bagno, in quanto in entrambe le stanze bisogna rompere le piastrelle per rimuovere i tubi e fare le tracce. In questi casi sarebbe preferibile andare via per qualche giorno, in modo che i lavori possano procedere in modo più spedito e i professionisti possono concentrarsi sulle attività da eseguire.
Differenza tra rifacimento e manutenzione
Rifare impianto elettrico è diverso che sottoporre l’impianto a manutenzione. Molti sono convinti che le due attività sono la stessa cosa, ma invece non è così.
Infatti, per rifacimento impianto elettrico si intende eliminare completamente il vecchio impianto e rifarlo del tutto, il che vuol dire inserire tubi e cavi nuovi, terminali, dorsali quadri elettrici assolutamente nuovi.
Non solo, in questo caso le opere edili da eseguire sono anche più complesse. Invece, per manutenzione dell’impianto elettrico si intende effettuare degli interventi che servono per far tornare l’impianto efficiente.
In pratica, si tratta di lavori parziali necessari per aggiornare e rinnovare l’impianto. Per esempio, si parla di manutenzione quando vengono sostituite della placchette, degli interruttori oppure le canaline. Sostanzialmente, i due tipi di intervento differiscono perché:
Con il rifacimento dell’impianto elettrico
- Hai un impianto del tutto nuovo e a norma, ideale per soddisfare le esigenze di una moderna abitazione
- Sicuramente spendi di più e i lavori in casa sono decisamente più invasivi
- Bisogna occuparsi di documenti burocratici
- E’ possibile accedere alle agevolazioni fiscali
Con la manutenzione dell’impianto elettrico
- L’impianto rimane comunque vecchio e datato, con le canalette obsolete in cui far passare i cavi
- I cavi nuovi hanno una maggiore sezione, spesso superiori rispetto ad un tempo
- Con queste condizioni non si può ottenere la certificazione di conformità
- Si risparmia e non è un intervento invasivo
- Il lavoro può essere svolto da un elettricista specializzato
- Non occorre alcuna documentazione
Alla luce di quanto detto, è importante sottolineare che se si tratta di un impianto elettrico datato, almeno di 25-30 anni, non vale la pena effettuare interventi di manutenzione per rimodernarlo, in quanto non si ottiene un risultato funzionale al cento per cento. E’ invece consigliabile rifare l’impianto nuovo e usufruire delle detrazioni per risparmiare.
Quando costa rifare l’impianto elettrico
Il costo di un impianto elettrico comprende, oltre alla realizzazione dell’impianto, anche le opere edili per poterlo posare correttamente. Per avere un’idea dei costi complessivi bisogna partire dal presupposto che ogni punto luce costa all’incirca fra i 50€ e i 65€.
Bisogna specificare che per punto luce si intende non solo quelli per lampade e lampadari, ma anche le prese elettriche, quelle per la televisione e anche prese di servizio CEE. Di conseguenza, il numero di punti luce complessivo varia sia in base alle dimensioni della casa che alle esigenze di chi vi deve abitare.
Per fare un esempio, in un appartamento di 100 mq con 60-80 punti luce, il costo dell’impianto oscilla tra i 3.000 e i 5.000 euro. Ovviamente il prezzo riguarda solo l’impianto e comprende il materiale e la manodopera, ma non sono incluse lampade, lampadari o faretti.
Oltre ai costi dell’impianto vero e proprio, bisogna però tenere conto anche degli interventi edili necessari per installarlo. Infatti, occorre preparare le tracce per introdurre il materiale, che possono avere un costo economico o più elevato, a seconda della metratura della casa e del prezzo richiesto dal professionista.
Inoltre, occorre includere anche gli interventi per chiudere le tracce una volta che viene posato l’impianto elettrico, che prevedono la stuccatura e la tinteggiatura delle pareti. In pratica, si tratta di tinteggiare tutte le pareti di casa e la spesa può essere davvero molto elevata.
Tuttavia, ci sono professionisti che sanno stuccare talmente bene da ottenere un risultato omogeneo, ma per quanto riguarda la tinteggiatura va fatta per intero. In genere entrambe le cose hanno un costo che si aggira intorno tra i 12 e i 18 €/mq, da moltiplicare per i metri quadri delle pareti.
In media, includendo tutti i costi per rifare impianto elettrico, occorrono all’incirca 9/10mila euro per un appartamento di 100 mq. A questi bisogna aggiungere però i costi del progetto che non saranno meno di 1.000€.
La certificazione di conformità è obbligatoria
La normativa di riferimento per rifare impianto elettrico è il DM 37 del 22 gennaio 2008 e integra alcune regole contenute nel provvedimento 46 del 13 marzo 1990. La legge stabilisce che tutti gli impianti realizzati dopo il 2008 devono possedere una Dichiarazione di conformità rilasciata da enti certificati.
Nello specifico, la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico o DICO deve essere rilasciata dal professionista o dall’impresa che lo realizza. Per poter rilasciare questo documento l’impresa deve essere iscritta nel registro delle imprese o nell’albo delle imprese artigiane e deve anche essere in possesso della specifica abilitazione.
La dichiarazione di conformità viene consegnata al titolare dell’immobile al termine degli interventi per rifare l’impianto elettrico e l’ente che la eroga deve obbligatoriamente inviarla entro 30 giorni al comune. Questi, a sua volta, dovrà poi inviare il documento alla Camera di Commercio e verificare che è tutto a posto. Insieme alla dichiarazione di conformità vanno allegati i seguenti documenti:
- Progetto dell’impianto elettrico – nel caso si tratti di una abitazione residenziale superiore ai 400 metri quadri, oppure la potenza del contatore supera i 6 kw, serve il progetto dell’impianto elettrico redatto da un ingegnere iscritto agli albi professionali.
- Elenco dei materiali utilizzati per la realizzazione dell’impianto
- Copia della visura della camera di commerciodell’impresa realizzatrice dell’impianto
La dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico è indispensabile anche perché va allegata alla richiesta di agibilità in caso di costruzione di nuovo edificio o di ristrutturazione completa ed è fondamentale per accedere alle detrazioni.
E’ importante sottolineare che la legge 37/2008 prevede delle sanzioni sia per l’impresa che per il committente. Infatti, nel caso i lavori per realizzare l’impianto elettrico vengono affidati ad un’impresa non abilitata, che di conseguenza non può rilasciare la dichiarazione di conformità, anche chi li ha commissionati è soggetto a sanzioni.
Detrazioni per il rifacimento dell’impianto elettrico
Rifare impianto elettrico è un’operazione che rientra nell’ambito dei lavori di manutenzione straordinaria, ai sensi del DM 37/2008 – ex legge 46/90 (impianti elettrici). Proprio per questo i costi sostenuti dal contribuente possono essere portati in detrazione, a patto però che vengano rispettati determinati requisiti.
La detrazione Irpef a cui si può accedere per il rifacimento dell’impianto elettrico è pari al 50% del costo sostenuto fino ad un massimo di €96.000 di importo complessivo. In pratica, è possibile detrarre in dichiarazione fino ad un massimo di €48.000, che consiste nel 50% di 96.000, il tetto massimo consentito dalla misura.
Come specificato nelle linee guida dell’Agenzia delle Entrate, il rifacimento dell’impianto elettrico è considerato manutenzione straordinaria e si possono inserire in detrazione anche le spese tecniche, quindi il costo del progettista che si è occupato del disbrigo delle pratiche.
L’aliquota del 50% è valida fino al 31 dicembre 2022 e la detrazione Irpef a cui si ha diritto viene effettuata in 10 rate annuali di pari importo. E’ importante sapere che vi sono delle modalità specifiche da seguire per il pagamento, al fine di ottenere la detrazione fiscale. Ecco di cosa si tratta:
- Tutti gli interventi devono essere pagati con i bonifici
- Il commercialista deve inserire i dati corretti nella dichiarazione dei redditi
- Bisogna tenere a portata di mano le ricevute di pagamento delle imposte comunali
- Servono tutte le abilitazioni necessarie, immancabili sono la CILA e la Dichiarazione di Conformità dell’impianto
Per ottenere la detrazione fiscale non è ammesso il pagamento in contanti o con assegno e nel bonifico, detto parlante, deve essere inserita la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione, codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento, estremi della fattura, data e numero.
Iter burocratico necessario per rifare impianto elettrico
Una volta chiariti i dubbi su costi, detrazioni e certificazioni necessarie per rifare impianto elettrico, bisogna avere ben chiaro anche quale iter burocratico seguire per realizzarlo. Nello specifico, bisogna adempiere a degli obblighi burocratici perché il rifacimento di un impianto elettrico, visto che si tratta di un impianto totalmente nuovo, rientra negli interventi di manutenzione straordinaria.
Come tale, e come previsto dall’art. 3 del Testo Unico per l’Edilizia del DPR 380/2001, per realizzare interventi di manutenzione straordinaria è necessario presentare al comune una pratica che si chiama CILA. Questa pratica serve per comunicare al comune che i rifacimenti per l’impianto elettrico prevedono demolizioni e opere murarie, come per esempio rifare le tracce.
Per poter presentare la CILA, Comunicazione Inizio Lavori Asseverata, e ottenere il rilascio dall’Ufficio Tecnico del Comune, è obbligatorio rivolgersi ad un tecnico abilitato, che può essere un architetto oppure un geometra, che ha le giuste competenze per redigere la documentazione.
L’intervento di questo professionista è fondamentale per progettare ottimamente l’impianto ed è preferibile farsi consigliare per modificare i punti luce errati o scomodi e posizionarne altri per rendere la casa più funzionale.
Il tecnico prepara uno schema dei punti luce, interruttori, prese e quant’altro e organizza una nuova disposizione, senza dubbio molto più curata della precedente. Inoltre, il professionista può anche suggerire quali frutti e placchette scegliere tra quelle disponibili sul mercato, che sono davvero tante.
Inoltre, come previsto dalla norma CEI 11-27 e dalla norma CEI EN 50110-1, prima di poter eseguire qualsiasi lavoro elettrico è necessario individuare e designare il Responsabile dell’Impianto.
Sarà quest’ultimo, che solitamente è anche l’installatore dell’impianto elettrico, a rilasciare alla fine dei lavori la dichiarazione di conformità, documento obbligatorio come spiegato ampiamente in precedenza. La certificazione va regolarmente depositata ai sensi del DM 37/08 art. 11.
Come scegliere i professionisti per rifare l’impianto
Per rifare impianto elettrico a regola d’arte devi affidarti ad un elettricista qualificato, ma come hai visto servono anche muratori e pittori per eseguire i lavori edili e di pittura. Dunque, la scelta migliore è quella di rivolgersi ad un’impresa specializzata in questi lavori, che sia ben organizzata e che disponga dei professionisti necessari per eseguire l’intero impianto.
L’impresa dispone di elettricisti esperti e altri dipendenti che collaborano per la realizzazione dell’impianto. Per scegliere quella giusta puoi cercare fra le tue conoscenze, oppure affidarti a qualche impresa che hanno già contattato amici o parenti e sai che è affidabile, o ancora puoi fare una ricerca sul web.
Una volta trovate le imprese che eseguono questi lavori contattane più di una e presenta il progetto redatto dal tecnico che hai incaricato in precedenza, e richiedi più preventivi.
Non appena hai ottenuto le risposte, confronta le varie voci e il costo complessivo di ciascun preventivo, ponendo attenzione sulla qualità dei materiali, che devono essere idonei, sulle componenti, sulle tempistiche e anche sulle modalità di pagamento. Riguardo a quest’ultimo aspetto, in genere potrai concordarlo con l’impresa a cui deciderai di affidare i lavori.
Se hai scelto un nuovo impianto elettrico di tipo domotico, verifica che l’impresa scelta sia specializzata nell’eseguirlo, perché richiede preparazione e competenze specifiche, che un elettricista comune sicuramente non ha.
Per non avere problemi ed essere certi che tutto venga svolto nel migliore dei modi, è necessario che il responsabile dell’impianto elettrico, che è anche l’installatore, segua ogni fase con scrupolo. Inoltre, puoi far supervisionare i lavori dal tecnico che ha redatto il progetto, per controllare che l’avanzamento delle varie fasi proceda seconda lo schema e che non ci sia nulla di improvvisato.
Con tutte le informazioni a disposizione sai già cosa ti aspetta nel caso devi rifare l’impianto elettrico!